Fu aperta negli anni 70, nella zona tranquilla di Piazzetta Costantini, una casa-albergo, meglio definita “residence”, non per indulgere al corrente vezzo del termine straniero a tutti i costi, quanto a definire meglio un “modus” di abitare già diffuso all’estero, specie negli Stati Uniti, che anche in Italia stava guadagnando favore soprattutto nelle grandi Città come Milano, Torino e Roma.
Il Residence di Pordenone si presentò con tutte le caratteristiche delle soluzioni moderne realizzate per il soggiornare, il dormire, fino all’accurato decoro degli originali quadri-manifesto. Il telefono autonomo, la filodiffusione, il grazioso apparecchio TV dalle tonalità diverse, furono ulteriori elementi di comfort. Il complesso fu arricchito da sale di riunione per uomini di affari, per la prima colazione, per partite di canasta e di bridge; il tutto in armonia architettonica e decorativa.
L’arredamento fu curato con discrezione ed intelligenza anche a livello della reception, dove, sopra una verde fioreria, fu calata una cascata luminosa di dischi di lucente acciaio (sembrava una composizione psichedelica); ai lati hanno trovarono sistemazione angoli di attesa ed una razionale hall.
L’arredamento fu curato con discrezione ed intelligenza anche a livello della reception, dove, sopra una verde fioreria, fu calata una cascata luminosa di dischi di lucente acciaio (sembrava una composizione psichedelica); ai lati hanno trovarono sistemazione angoli di attesa ed una razionale hall.